venerdì 29 agosto 2008

Ouagadougou, j'arrive


Periodo altamente stressante e denso di impegni.
Appena tornata dall'Italia mi hanno annunciato a bruciapelo che il 10 settembre dovrò partire per il Burkina Faso. Dovrò restare lì quattro giorni per seguire il Forum Media & Development organizzato dall'Unione Europea.
Detto così fa molto figo ... molto donna-in-carriera-con-le-palle-che-se-ne-va-ai-meeting-internazionali-intellettuali!
Ma in realtà non è così!
Sono molto felice ed eccitata per questa possibilità che la mia “capa” mi ha offerto; e sono molto lusingata dal fatto che abbia scelto proprio me! Ma quando me lo hanno detto mi è preso leggermente il panico! Io, da sola, a Ouagadougou? E chi se lo sarebbe mai immaginato?
La cosa che più mi ha turbato inizialmente è stato proprio il fatto di dover andare da sola...(tanto per cambiare, aggiungerei!). Ero davvero molto spaventata all'idea.
Poi ci si è messa la paura di tutte le malattie che potrei prendermi...e stavo per mollare!
Ma poi non so....mi è scattata una molla che mi ha fatto vedere le cose molto più positivamente.
Prima di tutto quando mi ricapiterà di andare in Africa ad un meeting dell'UE in mezzo a gentona-ona-ona? Quando mi ricapiterà di sentirmi come una reporter che va in Africa a scrivere il suo primo articolo?
La mia “capa”, poi, mi ha detto che chiamerà il primo ministro del Burkina, che è un suo amico (rendiamoci conto!!!!!!!), per affiancarmi qualcuno e non lasciarmi mai sola!!!
Oddio...mi sento veramente un personaggione-one-one!!! Pure la guardia del corpo, manco fossi Condoleeza Rice!


E quando mi ricapita?

Certo che se riuscirò a prendere un appuntamento con gli italiano dell'ONU a Ginevra (e la mia “capa” ha detto che per settembre forse ci riusciremo) e se mi daranno un bel lavoro o progetto da seguire....forse di questi viaggi ne potrò fare anche in futuro. Ma ora è il momento!!
Ieri sono andata a farmi anche il vaccino contro la febbre gialla e mi sono fatta prescrivere un farmaco per la profilassi anti-malarica. In realtà la dottoressa, tanto gentile e tanto “fricchettona”, mi ha prescritto anche un richiamo per la polio, la difterite e il tetano; la mia “capa” però dice che non sono importanti, tanto vado solo per quattro giorni!
Boh... non è che sono molto convinta di questa tesi, non è che i virus ti evitano solo perché tanto tra un po' te ne vai! Dovrò consultarmi con la mia super-mami!
Ciò che mi rende un po' stressata (e forse non solo un po') è che mi hanno contattato pure per un master in Italia, ed i colloqui ci sarebbero venerdì prossimo. Il problema è che il posto è in culo al mondo, e pure mal collegato, ed io da qui non solo ci metto un giorno per arrivare, ma dovrei spendere anche un pozzo di soldi per pagarmi il viaggio e l'albergo per il pernottamento.
Se si considera poi il fatto che dovrei andare quattro giorni in Italia (e due giorni solo per il viaggio), tornare in Francia e dopo due giorni ripartire per il Burkina Faso....beh, questo mi rende nervosa e stressata già ora! Senza contare poi che devo pure studiare un po' sia per il master che per il forum.
Riflettendoci bene, però il master non è che mi interessi tanto: è un ambito che esula completamente dal mio background e non ha nulla a che vedere con i miei sogni da bambina. L'unica cosa che mi spinge a provarci è che è un ottimo master, che secondo le statistiche c'è una garanzia di impiego al 100% e che la prospettiva salariale e di carriera è davvero allettante!
Sono troppo utilitarista? Beh, forse un pochino...
Ma il fatto è che qui solo ora comincia a smuoversi veramente qualcosa e non voglio correre il rischio di non trovare nulla dopo!
Intanto io ci provo...che non si sa mai!
Come diceva il mio amico Alberto: “È meglio mettersi al sicuro”.
Lui lo diceva per il cibo....io lo dico per tutto!
Comunque, pippe mentali sul mio futuro incerto a parte, ora me ne vado prima in Italia e poi in Burkina....così tutti diranno: “WOW Chiara....che donna in carriera!!!”
Ah ah ah ah!

PS: non è che Shams sia molto contento di questo mio viaggio! È impazzito già da ora, e sembra che io debba andare al confine con l'inferno! Neanche mia madre è così preoccupata!!!

venerdì 22 agosto 2008

Il mio pezzo d'agosto


Primo giorno di lavoro dopo il rientro!

Madonna che tristezza.
In Italia faceva caldo e l'aria era aria d'estate.
Qui, invece, fa già freddo: sembra autunno inoltrato.
E per di più stanotte ho anche rischiato di morire assiderata!! Mi sa proprio che metterò il piumone, quello pesante pesante.

Ora il cielo e grigio e pioviggina. Io sono in questo tristissimo ufficio, cercando in tutti i modi di scaldarmi i piedi, mettendomi in quelle posizioni strane, tipo gambe incrociate-modello yoga, che ti bloccano la circolazione.

Credo che farò una seria fatica a riadattarmi, soprattutto dopo il bellissimo “pezzo di agosto” che ho appena trascorso.
Shams ed io diventiamo sempre più forti e uniti; indistruttibili direi. Ed ora la sua assenza mi pesa e mi prosciuga.

Mai (e giuro mai!) mi ero sentita così gemellata con una persona. Mai (e giuro mai!) ho desiderato così tanto una condivisione totale e totalizzante del mio tempo e del mio spazio con qualcuno. Mai (e giuro mai!) mi sono sentita la perfetta metà ad incastro di un tutto. Un tutto che è davvero tutto. Un tutto oltre il quale non esiste niente.

La sera prima che io partissi Shams mi ha regalato un sogno meraviglioso, un sogno che ancora mi commuove.

Il pomeriggio se l'era preso “libero” perché doveva occuparsi dei preparativi. Ed io sono stata tutto il tempo ad immaginare cosa stesse combinando, non aspettandomi affatto una sorpresa così.

La sera mi è venuto a prendere a casa, incantevole e profumato come solo lui sa essere, mi ha fatto salire sulla sua macchina e mi ha bendata, per non farmi capire dove stessimo andando. Ed io chiaramente non ho capito.

Dopo un bel po' di strada siamo arrivati a destinazione. Lui era tutto eccitato e felice; io sembravo una bambina in festa tanto ero curiosa e trepidante.

Senza togliermi la benda mi ha fatto scendere dalla macchina e mi ha accompagnato fino ad una salita.
Sentivo le brecce sotto le suole delle mie scarpe e poi ho iniziato a sentire l'erba. Ho fatto solo pochi passi e lui mi ha fermato.
Mi ha lasciato la mano e mi ha detto di aspettare.

Ad un certo punto è partita la musica.
Appena ho sentito le prime note ho iniziato a piangere, stringendomi la benda sugli occhi.
Era “La cura” di Battiato, la canzone che mi canta tutte le volte che sono a terra, tutte le volte che ho bisogno d'aiuto, tutte le volte che mi sento sola.

Lui mi fa ascoltare la cura, anche se siamo a mille e più chilometri di distanza, ed io sento che lui è accanto a me. Sento le sue braccia che mi stringono, sento il calore del suo corpo, e mi sento al sicuro.

Così si è riavvicinato e mi ha sbendato: un angolo di paradiso mi è apparso davanti agli occhi e non ho potuto più trattenere i singhiozzi del mio pianto.

Eravamo alla sua cascina in campagna. Aveva sistemato il tavolo e le sedie per la cena sotto una pianta di fichi che si curvava proprio sulla casetta, come a formare un arco perfetto. A terra, ai quattro angoli, c'erano grandi fiaccole sistemate con dei sassi, e dalla pianta pendeva un vaso porta candele rosso. Il tutto dava vita ad un gioco di luci piramidale fortemente suggestivo.
Sul tavolo c'era un candeliere da cui si irradiava un'avvolgente luce rossa e tutto attorno erano sistemati dei teli colorati a separarci dal resto del mondo.
Ovunque l'occhio si posasse erano sparsi fiori: rose, anturium e girasoli ci circondavano e ci guardavano, chiudendo una cornice perfetta e magica.

Dopo essermi ripresa dalla forte emozione ed essermi asciugata grossolanamente gli occhi, Shams mi ha fatto sedere, mi ha versato il vino e abbiamo brindato.
Poi mi ha servito la cena.
Tutto aveva un sapore unico e irripetibile. Come le sensazioni infinite che ho provato.

Dopo aver cenato Shams ha steso delle coperte sull'erba, fuori dal cono di luce delle candele. Ci siamo stesi a guardare le stelle e ad ascoltare grilli e cicale, che hanno suonato la colonna sonora della nostra indimenticabile serata.

Sono andata via da quel luogo fatato con il cuore gonfio di amore per l'uomo del mio destino.

Mai avrei creduto possibile riprovare una tale sensazione di incredulità mista a felicità, dopo quella volta che Shams mi regalò il mare nella stanza. Credevo che quel meraviglioso regalo fosse irripetibile.
Invece ora non so quale scegliere.

Per fortuna non devo.
Sono entrambi miei.
Lui è mio.

Ora però sono qui, davanti a questo computer, con la pioggia che scende sui vetri e con tanta malinconia nel cuore.
A ripensare che solo tre giorni fa io ero con lui stesa sull'erba a farmi stringere.

Chiudo gli occhi e mi concentro, per far passare il tempo più velocemente.
Ma non ci riesco.
E qui continua a piovere.

giovedì 7 agosto 2008

Ultimo giorno

Buongiorno buongiorno buongiorno!

Ultimo giorno dei lavoro prima della pausa d'agosto.
Una pausa piena di feste, matrimoni, casini e stronze varie!

Sono proprio contenta di scendere.
Come dice la mia "capa", potrò ricaricare un pò le batterie prima del rush finale!

Domani ho l'aereo alle dieci da Ginevra, anche se mi devo svegliare alle cinque-cinque e mezza per prendere il treno alle sette da Seyssel.
Ma non mi abbatto...in fondo lo faccio per tornare a Valle Agricola!

In ufficio oggi è tutto buffo:

Donald Duck, indossa la sua solita magliettina color lavanda, i soliti pantaloni beige, modello acqua alta a Venezia, e i suoi "modernissimi" mocassini marrone, che credo sia un must per tutti i ventenni come lui. (?)

Cinciullì é esaurita come al solito, sbraita in continuazione e urla shit per tutto!
Dice shit anche quando vuole dire seat! Tipo: "Please shit here, near me!" E tu la guardi con l'espressione sconvolta-inquietata-sbalordita, per dirle vuoi che mi abbassi le mutandine proprio avanti a tutti?
Ma oramai ci siamo abituati e sappiamo distinguere quando dice shit perché vuole dire seat e quando dice shit perché vuole dire proprio shit.
E come tutti i giorni, anche oggi sta cantando a squarciagola canzoni inascoltabili, tipo quelle di quei cantanti americani, figli di italiani, che fanno quel genere neo-melodico che oramai neanche a Napoli ascoltano più! ... e tutto ciò mentre noi cerchiamo di lavorare seriamente!

Ma la novità di questa giornata riguarda Fish&Chips: è rimasto bloccato alla dogana svizzera stamattina prestissimo, perchè era senza documenti!!
E' dovuta andare la mia "capa" a portargli il passaporto e recuperarlo...
Incredibile!
Solo a uno come Fish&Chips poteva capitare una cosa del genere!
E' andato ieri sera a Ginevra con il treno per vedersi un concerto gratuito .... ed ora è bloccato alla dogana!

Ma come cazzo si fa a viaggare senza documenti? Ma soprattutto come si fa ad andare da uno stato all'altro senza pensare che forse le dogane sono fatte per controllare la gente che ci passa?

No, no ... solo un maschio inglese poteva essere così mentalmente scoordinato!

Comunque in attesa che il profugo ritorni, io ritorno a lavorare.

Ma Valle Agricola aspettami ... j'arrive toute de suite!!

martedì 5 agosto 2008

I miei fratelli



Mia sorella ha delle gambe lunghe ed un gran bel sorriso.

Mio fratello grande è bellissimo, nessuna ragazza può resistergli ed ha un amore in ogni porto.

Mio fratello piccolo quando è nato sembrava un ranocchio.

Mia sorella quando è nato mio fratello piccolo ha pianto perché credeva che rimanesse brutto.

Mio fratello piccolo è un regalo divino.

Mio fratello grande ascolta la musica ammericana, gli piacciono gli sport ammericani e i cappelli ammericani.

Mio fratello grande ci prova in tutti i modi a farmi capire gli sport ammericani, ma sono troppo antica e ci rinuncia.

Mia sorella ha una voce delicata e dolce. Quando era piccola tutti l’adoravano, anche se arano costretti ad avvicinare le orecchie alla sua bocca per capire quello che diceva.

Mio fratello piccolo quando era “piccolo” voleva suonare sempre le Camass.

Mio fratello grande quando era piccolo faceva sempre la pantera che spaventava i bambini.

A mia sorella piacciono quelli che vivono a Ugualos, un paese vicinos a Madrids, dove dicono Olè.

Mio fratello piccolo è nato con la musica nel sangue: fingeva di suonare la batteria quando ancora non camminava e la sera ci obbligava a fare la banda, ognuno con il suo strumento…il più sfigato di noi si beccava la fisarmonica.

Mia sorella non voleva mai suonare la fisarmonica.

Con mio fratello grande litigavamo sempre, per ogni minima cazzata. Sembrava ogni volta che ci dovessimo ammazzare.

Mio fratello grande, da quando sono partita, mi dice che ora è costretto a litigare allo specchio con se stesso.

Mio fratello piccolo è piccolo, ma ha sempre ragionato come un adulto.

Mia sorella adora Vasco Rossi; non vuole mai cambiare cd e se c’è un concerto e lei non ha i soldi, preferisce non mangiare una settimana per non perderselo.

Mio fratello grande sa suonare la chitarra e passiamo serate intere a cantare tutte le canzoni che ci piacciono di più…tranne quelle ammericane che io non conosco.

Mio fratello grande per farmi cantare le canzoni ammericane mi scarica i testi da internet.

Mio fratello piccolo prima voleva stare sempre con mia sorella; poi voleva stare sempre con mio fratello grande; spero che un giorno arrivi il mio turno!

Mia sorella è arrivata prima alle gare di sci di fondo; io sono arrivata quarta alla corsa campestre.

Mia sorella, alle medie, ha fatto un tema geniale; io facevo metà del mio dovere.

Mio fratello grande, quando era piccolo, lo vestivamo sempre con i miei tutù da ballerina. Era troppo carino; sembrava un bambolotto.

Mio fratello piccolo quando era “piccolo” non beveva il latte se non accendevamo il phon o la cappa della cucina.

Mio fratello grande quando era piccolo si è avventurato in cima alle fondamenta in costruzione della casa nuova. Per miracolo non è caduto. Per miracolo mia madre non è morta d’infarto.

Una volta io e mia sorella ci siamo picchiate nella hall di un albergo di lusso. Indossavamo i tacchi e i vestiti eleganti. Ci siamo tirate i capelli, date calci e rotolate per terra come due cani, fino a quando non ci hanno staccato.

Con mio fratello grande ce le siamo sempre date, fino a quando lui è diventato molto, troppo, più forte di me; ed io ci ho rinunciato, per salvaguardare la mia incolumità.

Mio fratello piccolo conosce tutte le canzoni della Bandabardò a memoria.

Mio fratello piccolo è capace di farti ascoltare la stessa canzone milioni di volte. Lo sanno bene gli altri miei fratelli, costretti a subirsi per ore ed ore il cd di Notre Dame de Paris.

A mia sorella piacciono pure quelli che svengono intelligen … bene ... cioè normale.

Io avevo sempre paura quando mio fratello grande toccava il mio computer, perché nella mia testa pensavo che potesse scaricare roba con i virus.

Mio fratello piccolo ora esce e vuole fare pure tardi la sera. Oramai si sente grande e già vuole mettersi in lotta contro il sistema.

Mia sorella credo mi abbia odiato tanto durante l’adolescenza. Forse perché parlavo troppo e lei non aveva alcuna voglia di sentirmi.

Mia sorella ora non mi odia più. Siamo diventate indispensabili l’una per l’altra e non c’è niente che ci negheremmo.

Mio fratello grande mi stupisce ogni volta di più. È intelligente e acuto. È estroverso e geniale. Non c’è niente che non saprebbe fare.

Mio fratello piccolo mi ha fatto un disegno prima di partire con me, il fiume, la mia casa e il mio ufficio.

Io non me la ricordo la mia vita senza mio fratello piccolo.

Quando eravamo piccoli facevamo sempre gli scherzi a mamma e per tirarla su di morale facevamo sempre gli spettacolini caserecci recitando poesie di Natale, pure a Ferragosto.

Anche quando è nato mio fratello piccolo abbiamo fatto uno spettacolino a mamma all’ospedale. Hanno riso tutti, e tutti le hanno fatto i complimenti per i figli matti che aveva tirato su.

Ora siamo sparsi in giro per il mondo… e gli spettacolini li lasciamo a mio fratello piccolo che oramai è diventato una star delle riprese familiari. Non c’è foto né filmino in cui non sia piazzato davanti all’obiettivo.

Anche mio fratello grande quando era piccolo stava sempre davanti a macchine fotografiche e telecamere.

Ora mio fratello grande le rompe le macchine fotografiche.

Questo agosto ci ritroviamo tutti insieme dopo tanti mesi di lontananza…così possiamo organizzare qualche altro spettacolino…magari con qualche bella letterina per Babbo Natale.

Potremmo preparare il ritorno del Trio Sanchez, tanto è un inedito...nessuno ci ha mai visti!

Io, con i miei fratelli e i miei genitori (che non per qualcosa, ma ci hanno "sfornato", quindi li devo per forza citare!) siamo proprio una bella famiglia.
Una famiglia indivisibile. Una famiglia piena d'amore.


(Siete sangue del mio sangue e carne della mia carne. Io non sarei senza di voi. Così come non sono quando non vi ho accanto.)

sabato 2 agosto 2008

Beata me che so le lingue!


Finalmente c’ero riuscita.
Finalmente mi trovavo a mio agio in questa mia nuova condizione da emigrante in terra straniera.
Finalmente riuscivo a gestire tutte le interazioni sociali.
Finalmente non avevo più alcun tipo di problema a parlare, a scrivere e a pensare in tre lingue diverse.
Con il francese sono ormai lanciatissima: tutti a farmi i complimenti per la mia bravura, per il mio accento e per la mia capacità di memorizzare in fretta parole e modi di dire nuovi.
Con l’inglese poi, non ne parliamo proprio. Grazie al contributo dell’inglesissimo Fish&Chips, sono migliorata tantissimo: parlo con grande padronanza e scrivo senza problemi.

Tutto questo fino a ieri.
Dagli Stati Uniti, con furore, è arrivato Donald Duck…e mi ha rovinato la vita!
Parla una lingua incomprensibile, che, in teoria, dovrebbe essere inglese. Ma è tutto contratto, tutte le vocali sono aperte e nasali. Io non riesco a capire una sola parola e devo farmi tradurre tutto in inglese "normale" da Fish&Chips.
Ci voleva un americano a farmi cadere le mie sicurezze sotto i piedi!

Ammazza gli americani.

Ora sono costretta a resettare il mio cervello un’altra volta e cercare di risintonizzarlo pure su quest’altra lingua.
BASTA! Non credo di farcela! È troppo per me!

Ma per quale assurdo motivo questi parlano così strano?
Ma che gli succede nella bocca?
Ci deve essere qualcosa che impedisce l’uscita di suoni chiari e limpidi!

La cosa più frustrante, poi, è che non parla una parola di francese. Il nostro Donald Duck però, che Ciunciullì chiama David perché dice che assomiglia a David Hasselhoff (si, ma la versione nana!), parla spagnolo.
Allora io mi chiedo che cazzo sei venuto a fare in Francia se parli spagnolo? Scusa, ma vattene in Spagna, no?! Per carità, io apprezzo il suo coraggio e la voglia di sperimentare cose nuove, ma perché deve venire a rovinarmi il mio idillio linguistico? Eccheppalle!!

Meno male che c’è il mio amico Fish&Chips, che mi rassicura con il suo parlare così chiaro e scandito!... e soprattutto mi aiuta a capire l’inglese che parlano nel nuovo mondo!

Poi, pensandoci bene, c’è anche un altro problema: venerdì prossimo me ne scendo a Valle Agricola per dodici giorni!!!
Vuoi vedere che mi scordo tutto e quando torno devo ricominciare tutto da capo?
Sarebbe un vero e proprio dramma!!!

Meno male che c’è mia madre che mi costringe a parlare in francese per migliorare il suo vocabolario.
Certo che parlare tutto il giorno in inglese e francese e poi tornare a casa, chiamare una voce amica, pensando che finalmente puoi esprimerti con padronanza assoluta, e sentirti dire “Amore dai, parliamo un po’ in francese così faccio un po’ di pratica anche io”…è leggermente stressante!
Ma per le mamme si fa questo ed altro!
Comunque dicevo, meno male che c’è lei, così con la scusa di insegnarle qualcosa ora che torno, continuo a parlare un po’ di francese anche io!

…beh poi per l’inglese/americano troverò un modo…

Ok, trovato: smetterò di parlare con Donald Duck!
Che vita!