giovedì 28 maggio 2009

Mediocritas

Intrappolata tra ciò che sono e ciò che avrei voluto (o dovuto) essere.
Sono stanca di questo dualismo, di questa lotta continua e incesssante che si sviluppa in me.
Gioisco a metà.
Fin da piccola non sono mai riuscita a godermi un successo per più di mezza giornata. L'altra metà la trascorrevo a pensare ai prossimi obiettivi da raggiungere.
Non sono cambiata.
Ora che sono cresciuta, però, questo mio modo di essere mi pesa più che mai.
Sempre a cercare l'approvazione e l'ammirazione delle persone che mi circondano. I miei successi li vivo come tali solo perché gratificano le persone attorno a me.
E quando arriva la sconfitta mi frantumo. Mi sento colpevole e indegna.
La scelta che ho fatto in questo periodo comporta molti rischi e mi provoca un insano malessere.
Io, che sono una persona estremamente analitica, ho calcolato ogni eventuale gioia ed ogni eventuale dolore. Nel breve e nel lungo periodo.
Ma non voglio essere giudicata per ciò che scelgo.
Voglio imparare a vivere serenamente i traguardi non raggiunti; non voglio più vivere nell'ansia di dimostrare di essere la prima in tutto.
Forse le persone che mi hanno sempre vista e voluta in alto si sono sbagliate.
Forse io mi sono sbagliata nell'immaginare il mio futuro.

Non voglio più tendere verso la perfezione. Voglio tendere verso me stessa e verso una "semplice" serenità. Una serenità fatta di piccoli successi, di piccoli traguardi.
Voglio arrivare a gioire una settimana, e non mezza giornata, per un qualsiasi riconoscimento, anche infinitesimale.
Forse l'era dei grandi successi è terminata. Oppure è solo un momento di stallo a cui seguiranno altre grandi o piccole soddisfazioni.
Non voglio sentirmi in colpa per quel futuro che sognavo e che mai verrà.

Non giudicatemi.
Amatemi e basta; o odiatemi.
Ed io amerò, odierò, sorriderò e piengerò senza sentirmi mai più incompleta.

Le mie sono solo parole al vento; non posso cercare di cambiare la mia natura di persona imperfetta che pretende la perfezione.
Invecchierò così, e con il tempo imparerò ad essere più clemente con me stessa e con il mondo che mi circonda.
O almeno spero.

4 commenti:

  1. cara Lucykaia, in questo ti somiglio terribilmente. Ho passato la mia vita a fare qualcosa per essere apprezzato dagli altri, per essere amato. Ed eri il primo, il migliore, a casa, negli studi, al lavoro. E programmavo e pianificavo il futuro, gli obiettivi, la carriera. E quelle rare volte che non riuscivi era solo colpa tua. Ero sempre io a rincorrere gli altri, mai una volta che qualcuno si accorgesse di te semplicemente perchè esisti come tu fai con gli altri. Un'attenzione gratuita come sei abituato a fare con gli altri che ami e dai quali cerchi un briciolo di amore.
    Poi quando mi è stato detto tu vai via, non vali niente e non avevo più niente da dare, perchè avevo dato tutto, tutto, potevo dare solo la mia vita, mi sono annientato. Poi ho capito che mi ero circondato delle persone sbagliate, ma per me era troppo tardi, ero già morto.
    Perchè se non ti difendi gli altri ti uccidono (e io non pensavo che potessero farlo e perchè io non sono capace a farlo).
    Tu invece sei in tempo,(e ti assicuro che gioisco per questo), hai te stessa, il tuo amore, i tuoi amici (buoni e cattivi) i tuoi cari (buoni e cattivi), il mio amore (si. ti sembrerà assurdo, ma è proprio così, il mio amore impossibile perché a me oramai è riservato questo: le briciole e le carezze virtuali; perché non sono mai stato degno di sedermi al banchetto dei sentimenti quello veri, nella vita reale, c’è sempre qualcuno migliore, perché gli altri hanno deciso così e io glielo concesso).
    Non dubitare delle tue scelte, non devi dimostrare niente a nessuno e neanche a te stessa. I successi li hai già raggiunti, per essere stata in grado di costruire la persona che sei. E ti assicuro che sei un vero angelo
    Avrai altri piccoli e grandi successi e traguardi, tutto per te è possibile perché sei ricca, sei una donna vera.
    Tutto ciò che fai, tutto ciò che tocchi è un grande successo, non ti devi sentire giudicata, valutata, pesata dagli altri: se tu che valuti, che pesi, che scegli. Promettimi che avrai questa prospettiva e che ti libererai dalle trappole cognitive.
    Tu sei quello che vuoi, niente devi
    Ne sono certo: ora non mi sbaglio più
    Credimi.
    Vorrei poterti incontrare e magari avere un minuto del tuo amore. Questo vale più di cento anni di vita.

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  2. Tu non sei affatto morto, non sono riusciti ad ucciderti. Ti prego, smettila di crederlo.
    Perché non senti il fuoco e l'ardore che hai dentro? Io in te riesco a sentirlo così limpidamente!
    Grazie per tutte le "carezze virtuali" che mi concedi. Prometto a te e a me stessa di lavorare duro per liberarmi di tutte le mie trappole cognitive; ma non sarà facile.
    Allo stesso tempo tu devi promettermi che non ti sentirai mai indegno. Non lo sei mai stato. Le briciole sono altrui, non tue.
    Ti bacio.

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  3. Benvenuta tra i vivi!
    Anch'io ero morto, ma ora sono più vivo e più saggio di prima. Solo a questo serve morire!

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  4. Ehi Ciao,
    sono finito qui per caso... Mi piace il tuo blog!
    A presto,
    O.

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